Idee per lo sviluppo
Forum
sull’Area Vasta. Florido: «Dopo 20 anni abbiamo risorse e progetti»
Tamburrano: «E’ l’occasione buona per tutto il territorio». Spagnuolo:
«E i tempi?»
MASSAFRA
– Al Forum dello Sviluppo, interamente centrato sull’Area Vasta della
Provincia di Taranto, si è parlato tanto e di tanti argomenti, a
cominciare dalle varie operazioni infrastrutturali necessarie a far
partire il grande progetto. Sul palco il presidente della Provincia,
Gianni Florido, il vicesindaco di Taranto Alfredo Cervellera, il sindaco
di Massafra Martino Tamburrano, i presidenti provinciali di
Confindustria, Luigi Sportelli, e della Confederazione
Italiana Agricoltura (Cia) Nicola Spagnuolo. Assieme a loro Emanuele
Papalia, in rappresentanza della Camera di Commercio di Taranto. Il
punto focale, centrato negli interventi istituzionali, resta sempre
quello della sinergia, non solo tra i vari ‘mondi’ del lavoro, ma
soprattutto tra imprenditoria e istituzioni, in un dialogo che da sempre
è conosciuto come burrascoso e niente affatto idilliaco.
È
arrivato però il momento di mettersi insieme e di fare sistema, come
hanno sottolineato tutti, come ha sottolineato in apertura Florido:
“Sostanzialmente Taranto è da 20 anni che ragiona su un modello di
sviluppo che non ha mai potuto sostanziare. C’erano tante idee ma senza
progetti e senza risorse economiche. Oggi – continua il presidente della
Provincia tarantina – ci sono sia i progetti che le risorse economiche,
assieme ad un’idea di sviluppo generale, assieme alle infrastrutture
che si stanno realizzando sul territorio, come ad esempio il polo
museale, i progetti sul mare e sull’ambiente, sostenuti con idee,
progetti e risorse”.
In
tutto questo, naturalmente, il massimo esponente provinciale individua
il ruolo degli imprenditori: “Il ruolo dei privati è assai importante e
deve confluire verso un’idea di visione dell’area vasta e della
Provincia che offra speranze allo sviluppo”. Ruolo importante avrà anche
la città di Massafra, sicuramente una delle più progredite dal punto di
vista dello sviluppo provinciale, se non la più avanzata.
Anche
la prima a capire che non bisogna più pensare singolarmente, come ha
affermato il primo cittadino Martino Tamburrano: “Dobbiamo innanzitutto
cambiare la cultura – ha detto il sindaco massafrese – che non deve più
essere localistica ma territoriale. Poi bisogna partire dalla situazione
che sta vivendo il nostro capoluogo di Provincia”. Su Taranto
Tamburrano spende molte parole: “Per innescare i meccanismi dell’Area
Vasta – dice – non si può non pensare al momento particolare che Taranto
sta vivendo e che vivrà in futuro. Per questo motivo – continua –
bisogna accentrare più risorse su Taranto, diversificando l’economia
industriale e imprenditoriale della provincia e soprattutto di quella
città, ponendola di fronte a quelle che sono le nuove sfide europee”.
Viene
da sè il concetto della territorialità: “Da Avetrana a Ginosa c’è
bisogno di svilupparsi in maniera organica attorno al concetto
essenziale di Area Vasta”. Per Cervellera, vicesindaco di Taranto,
“nella linea strategica il privato può aiutare a migliorare le
infrastrutture presenti sul territorio”. Poi indica quelli che sono i
punti focali dello sviluppo, a partire dall’evoluzione portuale sino
allo sviluppo non solo imprenditoriale ma propriamente turistico,
“permettendo – dice – la riqualificazione urbana e creando un’attrattiva
vera e propria”.
Su
questo punto saranno poi spiegate le linee guida per ammodernare il
territorio e consentire, dal punto di vista turistico, uno sviluppo
essenziale che possa riqualificare l’intera Provincia. Tantissime le
idee di quello che parrebbe un enorme parco divertimenti a cielo aperto:
si va dalla riqualificazione della via interna di collegamento tra
Taranto e Avetrana alla Bradanico- Salentina, nodo che risulta da anni
complicatissimo da sciogliere, sino ad arrivare a progetti che parlano
dell’utilizzo di una vecchia strada ferrata che circumnaviga il Mar
Piccolo di Taranto trasformandola in una linea tram-treno, o allo
sfruttamento delle ‘idrovie’ con una sorta di tram del mare nella parte
occidentale della provincia, sino ad arrivare alla decongestione del
traffico sulla litoranea che unisce affacciandosi al mare Taranto con
Avetrana, trasformando quella strada in un ampio lungomare. E ancora
creare un sistema tra poli museali, concretizzare la riqualificazione
urbana di Taranto, trasformare in museo galleggiante la vecchia nave
Vittorio Veneto (ci sono finanziamenti per 11 milioni), si parla
addirittura della costruzione della ‘Città della Conoscenza’, che
dovrebbe nascere dalla sinergia e dal dialogo tra l’Università, il
Politecnico, il Cnr, l’Arpa e l’Asl. Un vero e proprio centro ricerche
sull’inquinamento ambientale, un distretto che faccia non solo ricerca
ma anche formazione per gli imprenditori, creando la nuova classe
dirigente, sensibilizzata, attenta e scrupolosa nei confronti di madre
natura. Il completamento della tangenziale Nord, il Parco delle Gravine,
un parco dunale.
Ma
il Presidente della Cia, Nicola Spagnuolo centra il problema, quello
della tempistica, fornendo un esempio che calza a pennello: “Abbiamo
inaugurato il mercato ortofrutticolo, ma dopo 8 anni”. Per realizzare il
progetto dell’Area Vasta ci sarà bisogno della costruzione di una
impressionante mole di infrastrutture, e su questo, ancora Spagnuolo,
avverte: “Vogliamo fare la guerra con l’arco e le frecce”, muovendo una
critica alle istituzioni. Una sottolineatura evidenziata anche dal
presidente provinciale di Confindustria, Sportelli: “Gli iter sono
soffocanti, le condizioni di contesto devono cambiare se si vuole far
sviluppare il territorio. L’imprenditoria endogena deve essere
accompagnata nello sviluppo e quella esogena deve avere delle
motivazioni che la portino ad investire sul nostro territorio. Ci
vogliono pacchetti di marketing, o l’Area Vasta resterà solo una
possibilità per gli investimenti pubblici”. E qui si ritorna al problema
sviscerato dal presidente Cia. Tempi lunghissimi con una clessidra
ormai agli sgoccioli.
Graziano Fonsino [Corriere del Giorno]
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