sabato 20 settembre 2008

Idee per lo sviluppo


Idee per lo sviluppo

Forum sull’Area Vasta. Florido: «Dopo 20 anni abbiamo risorse e progetti» Tamburrano: «E’ l’occasione buona per tutto il territorio». Spagnuolo: «E i tempi?»
MASSAFRA – Al Forum dello Sviluppo, interamente centrato sull’Area Vasta della Provincia di Taranto, si è parlato tanto e di tanti argomenti, a cominciare dalle varie operazioni infrastrutturali necessarie a far partire il grande progetto. Sul palco il presidente della Provincia, Gianni Florido, il vicesindaco di Taranto Alfredo Cervellera, il sindaco di Massafra Martino Tamburrano, i presidenti provinciali di Confindustria, Luigi Sportelli, e della Confederazione Italiana Agricoltura (Cia) Nicola Spagnuolo. Assieme a loro Emanuele Papalia, in rappresentanza della Camera di Commercio di Taranto. Il punto focale, centrato negli interventi istituzionali, resta sempre quello della sinergia, non solo tra i vari ‘mondi’ del lavoro, ma soprattutto tra imprenditoria e istituzioni, in un dialogo che da sempre è conosciuto come burrascoso e niente affatto idilliaco.
È arrivato però il momento di mettersi insieme e di fare sistema, come hanno sottolineato tutti, come ha sottolineato in apertura Florido: “Sostanzialmente Taranto è da 20 anni che ragiona su un modello di sviluppo che non ha mai potuto sostanziare. C’erano tante idee ma senza progetti e senza risorse economiche. Oggi – continua il presidente della Provincia tarantina – ci sono sia i progetti che le risorse economiche, assieme ad un’idea di sviluppo generale, assieme alle infrastrutture che si stanno realizzando sul territorio, come ad esempio il polo museale, i progetti sul mare e sull’ambiente, sostenuti con idee, progetti e risorse”.
In tutto questo, naturalmente, il massimo esponente provinciale individua il ruolo degli imprenditori: “Il ruolo dei privati è assai importante e deve confluire verso un’idea di visione dell’area vasta e della Provincia che offra speranze allo sviluppo”. Ruolo importante avrà anche la città di Massafra, sicuramente una delle più progredite dal punto di vista dello sviluppo provinciale, se non la più avanzata.
Anche la prima a capire che non bisogna più pensare singolarmente, come ha affermato il primo cittadino Martino Tamburrano: “Dobbiamo innanzitutto cambiare la cultura – ha detto il sindaco massafrese – che non deve più essere localistica ma territoriale. Poi bisogna partire dalla situazione che sta vivendo il nostro capoluogo di Provincia”. Su Taranto Tamburrano spende molte parole: “Per innescare i meccanismi dell’Area Vasta – dice – non si può non pensare al momento particolare che Taranto sta vivendo e che vivrà in futuro. Per questo motivo – continua – bisogna accentrare più risorse su Taranto, diversificando l’economia industriale e imprenditoriale della provincia e soprattutto di quella città, ponendola di fronte a quelle che sono le nuove sfide europee”.
Viene da sè il concetto della territorialità: “Da Avetrana a Ginosa c’è bisogno di svilupparsi in maniera organica attorno al concetto essenziale di Area Vasta”. Per Cervellera, vicesindaco di Taranto, “nella linea strategica il privato può aiutare a migliorare le infrastrutture presenti sul territorio”. Poi indica quelli che sono i punti focali dello sviluppo, a partire dall’evoluzione portuale sino allo sviluppo non solo imprenditoriale ma propriamente turistico, “permettendo – dice – la riqualificazione urbana e creando un’attrattiva vera e propria”.
Su questo punto saranno poi spiegate le linee guida per ammodernare il territorio e consentire, dal punto di vista turistico, uno sviluppo essenziale che possa riqualificare l’intera Provincia. Tantissime le idee di quello che parrebbe un enorme parco divertimenti a cielo aperto: si va dalla riqualificazione della via interna di collegamento tra Taranto e Avetrana alla Bradanico- Salentina, nodo che risulta da anni complicatissimo da sciogliere, sino ad arrivare a progetti che parlano dell’utilizzo di una vecchia strada ferrata che circumnaviga il Mar Piccolo di Taranto trasformandola in una linea tram-treno, o allo sfruttamento delle ‘idrovie’ con una sorta di tram del mare nella parte occidentale della provincia, sino ad arrivare alla decongestione del traffico sulla litoranea che unisce affacciandosi al mare Taranto con Avetrana, trasformando quella strada in un ampio lungomare. E ancora creare un sistema tra poli museali, concretizzare la riqualificazione urbana di Taranto, trasformare in museo galleggiante la vecchia nave Vittorio Veneto (ci sono finanziamenti per 11 milioni), si parla addirittura della costruzione della ‘Città della Conoscenza’, che dovrebbe nascere dalla sinergia e dal dialogo tra l’Università, il Politecnico, il Cnr, l’Arpa e l’Asl. Un vero e proprio centro ricerche sull’inquinamento ambientale, un distretto che faccia non solo ricerca ma anche formazione per gli imprenditori, creando la nuova classe dirigente, sensibilizzata, attenta e scrupolosa nei confronti di madre natura. Il completamento della tangenziale Nord, il Parco delle Gravine, un parco dunale.
Ma il Presidente della Cia, Nicola Spagnuolo centra il problema, quello della tempistica, fornendo un esempio che calza a pennello: “Abbiamo inaugurato il mercato ortofrutticolo, ma dopo 8 anni”. Per realizzare il progetto dell’Area Vasta ci sarà bisogno della costruzione di una impressionante mole di infrastrutture, e su questo, ancora Spagnuolo, avverte: “Vogliamo fare la guerra con l’arco e le frecce”, muovendo una critica alle istituzioni. Una sottolineatura evidenziata anche dal presidente provinciale di Confindustria, Sportelli: “Gli iter sono soffocanti, le condizioni di contesto devono cambiare se si vuole far sviluppare il territorio. L’imprenditoria endogena deve essere accompagnata nello sviluppo e quella esogena deve avere delle motivazioni che la portino ad investire sul nostro territorio. Ci vogliono pacchetti di marketing, o l’Area Vasta resterà solo una possibilità per gli investimenti pubblici”. E qui si ritorna al problema sviscerato dal presidente Cia. Tempi lunghissimi con una clessidra ormai agli sgoccioli.
Graziano Fonsino [Corriere del Giorno]

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